Ladies and Gentlemen F&S II.131
Esemplare 20/125. Edizione 250, 25 AP, 11 PP, firmata, numerata e datata 75' in matita sul retro. Stampata da Alexander Heinrici, New York e pubblicata da Luciano Anselminino, Milano. Pubblicata sul catalogo "Andy Warhol Prints. A catalogue raisonné 1962-1987." di Frayda Feldman e Jörg Schellmann, quarta edizione revisionata ed espansa da Frayda Feldman e Claudia Defendi.
Fu Luciano Anselmino, collezionista d’arte italiano, a commissionare la serie nel 1974, per un ammontare di 900.000 dollari per 105 tavole. Si tratta in assoluto del lavoro meglio pagato fra quelli realizzato da Warhol. Fu lo stesso Anselmino a scegliere il titolo della serie, e lo fece con un tono ironico e voyeuristico nei confronti del soggetto, avente come scopo quello di ritrarre in modo impersonale il travestitismo.
Warhol, in realtà, visse la commissione con esuberante entusiasmo, trasformando questi anonimi individui in veri e propri attori, spesso giocando su pose teatrali ed appariscenti, al fine di portare in superficie tutto il glamour femminile dei soggetti. Warhol decise di prendere come modelle delle drag queen del club newyorkese The Gilded Grape, un soggetto piuttosto forte e di non facile risoluzione per l’epoca. L’artista, nonostante le pose leggere dei protagonisti, rimandava comunque a qualcosa di più impegnativo.
Lavorando con ossessiva velocità, Warhol scattò più di 500 Polaroid e realizzò 268 tavole, più del doppio di quelle richieste. Ogni “modello” venne pagato appena 50$ (sembra poco, ma molti dei modelli dissero che per 50$ avrebbero fatto anche molto di più…) e, durante la mostra del 1975 a Ferrara, a Palazzo dei Diamanti, egli non incluse nessuno dei loro nomi: solo grazie alla meticolosa ricerca della Andy Warhol Foundation in New York è stato possibile, in qualche caso, attribuire un nome negli anni seguenti.
Fu lo stesso Warhol a dare una definizione della sua serie: “I modelli sono al contempo femminili, forti e bellissimi. La serie riguarda la cultura Drag, che è stata guidata da Afroamericani e Latini, sebbene la storia che ne è venuta fuori è assai più bianca!”. Era una dichiarazione assai forte per l’epoca, in cui il nero rappresentava una minaccia, soprattutto dopo i fatti legati alla volontà di autodeterminazione degli afroamericani: Malcom X, M. L. King e a seguire i Black Panthers Party che capeggiarono la rivoluzione afroamericana del ’66.
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