Chiara con Oskar
C'è un profondo senso di isolamento in questa metafisica del quotidiano, interrogativa, mnemonica, felice soprattutto nelle figure solitarie e frontali.
Un po' come accade negli anni Venti, dove l'opposizione che si rifà alla linea italiana della pittura è permeata di tensione contro l'impeto avvenirista
e moderno dei futuristi.
Così si replica nel nostro minuscolo particolare: la metafisica di Gatti, il suo bizzarro classicismo, diventano eversivi, diventano insofferenza verso la contemporaneità chiassosa, la non pittura dominante.